Con la regia di Elio Gimbo, su drammaturgia di Sal Costa, interpretata da Sabrina Tellico, Cinzia Caminiti, Daniele Scalia e Babo Bepari, la pièce rappresenta un momento poco conosciuto dell’adolescenza di Audrey Hepburn.
Figlia di un aristocratico britannico e di una baronessa olandese, ambedue di simpatie filonaziste, dopo il divorzio dei genitori, durante la seconda guerra mondiale, si trasferì in Olanda per scampare alla guerra, ma ne fu coinvolta lo stesso, dopo che i nazisti invasero il piccolo paese. Partecipò come staffetta e come infermiera alla resistenza olandese e patì molto la fame.
Finita la guerra si trasferì a Londra, lavorando nel varietà e nella moda. Notata da un emissario della Paramount, si trasferì negli Stati Uniti, dove intraprese la sua carriera di star hollywoodiana.
La Hepburn fece di tutto per rimuovere dalla sua memoria la sua drammatica e dolorosa adolescenza.
Il nostro lavoro inizia con la star che, durante la lavorazione di Colazione da Tiffany, rilascia un’intervista a un giornalista un po’ impertinente che le fa domande su questo passato. Dopo che il giornalista è stato cacciato, Audrey racconta alla sua segretaria la tragica saga familiare.